Primo
palcoscenico
di
esibizione
Suno
che,
per il
secondo
anno
consecutivo,
ha
l'onore
del
varo.
Molto
bello
ed
interessante
il
percorso
scelto
dai
locali
organizzatori
dell'Associazione
di
Promozione
Sociale
Dioniso.
Undicimila
settecento
metri
principalmente
tracciati
tra la
dolci
colline
di
vigneti
che
circondano
il
paese,
con
punto
di
partenza
ed
arrivo
nei
pressi
della
palestra
comunale.
Un
percorso
parzialmente
variato
rispetto
a
quello
utilizzato
per la
scorsa
edizione.
Inizio
di
gara
che
andava
a
ripercorrerne
quella
che fu
la
parte
finale
di
allora
e che
portava,
scorrendo
su
sentieri
sterrati,
al
passaggio
nei
pressi
dell'Osservatorio
Astronomico.
Qui il
tracciato
svoltava
a
sinistra
e, con
questa
parte
inedita,
saliva
ancora
leggermente
per
raggiungere
un'altra
collina
dove
si
trova
la
Cascina
Costabella.
Una
vera e
propria
balconata
sull'incantevole
scenario
delle
montagne
lontane
ed
innevate,
in cui
si
stagliava,
nella
sua
maestosità,
il
Monte
Rosa
che il
bel
sole,
messaggero
di una
primavera
alle
porte,
faceva
ancor
più
risplendere
sotto
i suoi
caldi
raggi.
Ultima
breve
discesa
tra i
vigneti
per
poi,
svoltando
a
sinistra,
entrare
nella
campagna
sottostante.
Sempre
su
sterrato,
la
strada
passava
tra
fattorie
e
masserie
dove,
nei
loro
recinti,
puledri
e
cavalli
più
adulti
osservavano
incuriositi
questa
multicolore
fila
di
podisti.
Usciti
da
questo
tratto,
si
ritrovava
l'asfalto
poco
prima
del
nono
chilometro,
con il
tracciato
di
gara
che
rientrava
verso
l'abitato.
Un
gioco
di
prospettive,
dovuto
anche
alla
leggera
risalita
incontrata,
faceva
in
modo
che,
sparite
dall'orizzonte
le
altre
cime,
il
Monte
Rosa
si
stagliasse
da
solo
sull'orizzonte
di
fronte
ai
partecipanti,
tanto
da
sembrare
molto
più
vicino
di
quanto
fosse.
Un'immagine
significativa
sul
ruolo
che
questa
montagna,
vero
gigante
di
pietra
protettore,
ha nel
panorama
podistico
novarese.
Toccate
le
prime
abitazioni
di
Suno,
iniziava
un
giro
finale
nella
parte
superiore
che
terminava
incrociando
la
strada
che
congiunge
il
centro
al
Mottoscarone,
località
non
toccata
quest'anno
dalla
corsa.
Breve
discesa
e,
dopo
un
passaggio
tra le
vie,
ecco
una
svolta
a
destra
che
immetteva
verso
il
castello,
storico
edificio
il cui
sagrato
veniva
raggiunto
con un
breve
ma
insidioso
strappetto
dopo
il
superamento
del
ponticello
sul
Fosso
Meja.
Successiva
breve
discesa
e,
passata
la
piazza,
ecco
l'arrivo
cento
metri
dopo.
Denomitato
"Colline
Sunesi",
il
tracciato
ha
quindi
pienamente
rispettato
la sua
denominazione,
risultando
perciò
vario
ed
anche
impegnativo,
specie
per
coloro
che
fossero
rientrati
dopo
il
letargo
(ma
esiste
ancora?)
podistico
invernale.
Al
termine
di
questa
gara,
ad
imporsi
è
stato
Davide
Daccò.
Il
trecatese,
postosi
ben
presto
al
comando
con
Marco
Tiozzo,
suo
"allievo"
e
vincitore
della
scorsa
edizione
ed
entrambi
sponsorizzati
Palzola
, ha
dovuto
prima
subire,
circa
al
quarto,
l'allungo
del
varesino
di
Besozzo
che
era
riuscito
ad ottenere
qualche
metro
di
vantaggio
nei
suoi
confronti.
In
uscita
dalla
zona
collinare,
però,
Daccò
lo
riprendeva
e,
sfruttando
il suo
miglior
passo,
si
avvantaggiava
a sua
volta.
Proprio
al
termine
dell'ultimo
strappo
verso
il
castello,
Tiozzo
si
riavvicinava
al
battistrada
ma
quest'ultimo
tentativo
di
rientro
veniva
vanificato
nella
successiva
discesa
dove
Daccò
riusciva
a
conservare
un
breve
vantaggio
che
gli
permetteva
di
chiudere
vittoriosamente
con un
vantaggio
minimo
nei
confronti
di
Tiozzo.
Così,
ancora
una
volta,
il
maestro
superava
l'allievo.
Più
staccato
era
terzo
il
borgomanerese
Claudio
Pastore
mentre
la
lotta
per il
quarto
posto
era
vinta
dall'alessandrino
di
Vignale
Monferrato
Silvio
Gambetta
nei
confronti
dell'altro
borgomanerese
Fabio
Gattoni.
Questi
ultimi
due
erano
incappati,
appena
dopo
l'Osservatorio
Astronomico,
in uno
sbaglio
di
percorso
quando
Gattoni,
seguito
da
Gambetta,
scendevano
a
destra
anzichè
svoltare
in
direzione
opposta.
Accortisi
dell'errore,
il duo
era
autore
di una
gara
in
rimonta
che,
dopo
il
superamento
di
vari
concorrenti,
li
portava
poi
all'inseguimento
di
Pastore,
un'azione
davvero
brillante
che,
purtroppo
per
loro,
non
era
sufficiente
a
colmare
lo
svantaggio
precedentemente
accumulato.
Gara
femminile
con
alla
ribalta
Simona
Galli.
Già
vincitrice
nella
penultima
prova
dell'Ammazzinverno
a San
Maurizio
d'Opaglio,
la
mammina
feriolese
faceva
sua
questa
gara
con
autorevolezza
e
precedeva
Roberta
Picozzi,
moglie
di
Fabio
Gattoni.
Applausi
per
l'atleta
di
casa
Francesca
Marin,
ottima
terza
davanti
alla
sempre
combattiva
Alice
Di
Simone,
con
Annalisa
Ghiglia
successivamente
quinta.
Nella
prima
mattinata,
in
Australia,
un
Michael
si era
ritirato
nella
gara
d'esordio
del
campionato
mondiale
di
Formula
1. Un
altro
Michael,
che si
cognome
non fa
Schumacher
ma
Cusinato,
riscattava
la
debàcle
dell'omonimo
ottenendo
il
successo
nel
minigiro
under
14
maschile.
Il
promettente
atleta
di
Auzate
di
Gozzano
superava
Daniele
Asietti,
Alex
Cavigioli,
Riccardo
Pagani
e Luca
Scesa.
Tra le
ragazze
di
pari
categoria,
Valentina
Mora
la
spuntava
sulle
sorelle
Beatrice
e
Annalisa
Locatelli,
seconda
e
terza
rispettivamente.
Si
rivedevano
le
"cressesi"
Alice
Sogni
e
Stefania
Gramoni
che,
in
quest'ordine,
si
classificavano
nelle
posizioni
successive.
L'opinione
Tutto
bene
per
questa
gara
d'esordio?
In
linea
di
massima
sì,
anche,
sentiti
alcuni
concorrenti,
qualcosa
non
era
perfettamente
oliata.
Un po'
di
confusione
iniziale
in
fase
di
partenza
quando,
forse
per la
troppo
distanza
tra
chi
precedeva
i
concorrenti
e gli
stessi,
c'è stata
incertezza
in
testa
al
gruppo
per la
direzione
da
prendere
al
primo
bivio
in
centro
paese.
Poi,
l'inconveniente
capitato
a
Gattoni
e
Gambetta,
complice
la
presenza
di una
freccia
direzionale
di
carta
che,
forse
piegata
dal
vento,
non
risultava
ben
visibile
(meglio
sicuramente
la
presenza
di una
persona).
Qualche
incertezza
anche
nella
fase
finale
in
centro
paese
dove i
concorrenti
delle
retrovie,
che
devono
comunque
essere
anche
loro
aspettati
da
parte
degli
addetti
alla
segnalazione
in
quanto
devono
godere
delle
medesime
attenzioni
degli
altri,
sono
stati
vagamente
indirizzati
nella
direzione
da seguire.
Piccoli
nei,
certamente
rimediabili
per il
futuro,
all'interno
di
un'organizzazione
che ha
comunque
dimostrato
di
aver
ben
preparato
la
manifestazione,
come
testimoniato
dagli
strati
di
segatura
opportunamente
versati
sopra
i
punti
più
ghiacciati
sul
percorso
ed il
rametto
di
mimosa
del
quale
sono
state
gentilmente
omaggiate,
come
la
passata
edizione,
tutte
le
rappresentanti
dell'altra
metà
del
cielo. |